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#13 Tutti hanno una propria storia, io ho la mia.

By 19:04:00


Sono un ragazzo, ho 16 anni, tra un mese lascerò l'Italia, sono pronto ed ho paura.

"it's who we are. Doesn't matter if we've gone so far. Doesn't matter if it's all okey. Doesn't matter if it's not our day".

Posso dire finalmente di aver realizzato di partire ... oggi? oh no, il 2 giugno alle 16. E' buffo da raccontare ma ero in macchina e stavo facendo un giro con i miei genitori. Fiumicino è delimitata dalle reti al fine delle piste e intorno, a piedi o in macchina, si può passare ed aspettare di vedere gli aerei decollare.
Ero seduto in macchina quando, parallelamente a me, un aereo, al di là della rete, decolla. Ero così vicino che quasi riuscivo a vedere i finestrini e le persone sedute a bordo ... lo stomaco è andato sottosopra.
"Embè?" direte, già, si, l'ho detto anche io ripensandoci. Ho visto un Emanuele sopra quell'aereo, un Emanuele con le cuffiette alle orecchie e con lo sguardo puntato fuori dal finestrino, un Emanuele pronto a tutto, un Emanuele con il sorriso e con le lacrime agli occhi.

"Hope when the moment comes you'll say: I did it all, I did it all. I owned every second that this world could give, I saw so many places, the things I did, yeah, with every broken bone, I swear I lived."

"Hai ansia?" mi chiedono, "Si" rispondo, "Ma ansia bella o brutta?", "Non lo so". Mancano 28 giorni al momento che aspetto da 5 anni, un momento che ho sognato ardentemente. L'8 Agosto ci sarò io, la mia valigia, il passaporto in mano e lo zaino in spalla. Non so come sentirmi, fino ad un mese fa continuavo a ripetere "Non vedo l'ora di partire, voglio andarmene" e si, lo ripeto ancora adesso, ma con un accento diverso. Voglio andarmene perché ho capito che andarmene significherebbe vivere, vivere un qualcosa di inspiegabile, impensabile. L'Iberia e la Vueling mi hanno portato in Spagna, la British Airways in Inghilterra e l'Easyjet in Irlanda, tra 28 giorni la United Airlines mi porterà negli Stati Uniti. Quel sogno americano cresciuto e maturato guardando Arnold, I Jefferson, I Robinson e Il principe di Bel Air, si sta sempre facendo più concreto, palpabile a tratti. 
"Living like we're renegades" 
Atterrerò a New York per la prima volta, una città che fino ad adesso ho solo visto nelle foto e nei poster, non sapete quanto possa significare per me; Ho letto di persone che hanno sognato New York per cinquant'anni e che, appena atterrati, hanno pianto, ho letto di persone che hanno sempre sognato New York ma non hanno mai avuto la possibilità di andarci. Io questa possibilità ce l'ho, a 16 anni, da solo. 
Ho la valigia davanti, più la guardo più il vuoto di stomaco aumenta e al suo aumentare aumenta anche la voglia di partire, di strafare, di rompere gli schemi e di cambiare. Pochi giorni fa mi è arrivato il Visto, già vedo il "Welcome to the United States of America" fuori al gate, già vedo l'Empire State Building tremolante per l'afa in lontananza. Immaginate un'infanzia davanti al mappamondo ed immaginate un bambino che con il dito indica gli Stati Uniti, immaginate un piccolo Emanuele con gli occhi spalancati urlare "Io ci andrò". Giuro, ci sto andando. 
"And now it's time to build from the bottom of the pit, right to the top ... I don't ever want to let you down, I don't ever want to leave this town, this city never sleeps at night.". 
Cosa mi mancherà? tutto. Ho sempre detto che la mia città non mi sarebbe mai mancata, anzi, che l'avrei completamente dimenticata una volta in America, purtroppo ogni volta che esco mi accorgo di cose a cui non avevo mai fatto caso, i pugni nello stomaco. Pensavo davvero di partire menefreghista? Senza voltarmi mai indietro? si, lo pensavo e mi sbagliavo, terribilmente. Mi mancheranno i sabati sera in giro per il corso, con i miei amici, a fare i coglioni per i giardinetti. Mi mancherà lamentarmi di quanto faccia schifo questa città, mi mancherà e basta. Posso dire di essere pronto a lasciare tutto, almeno ne sono convinto, l'8 chiuderò gli occhi mentre andrò via, sorridendo; Dopotutto ci sono cresciuto, fa parte di me. 
Inizio a prepararmi a vivere, 28 giorni ed Emanuele cambierà, 28 giorni ed Emanuele potrà dire di vivere negli Stati Uniti
Immaginate ora un ragazzo, seduto e con le cuffiette all'orecchio, con una mano tremolante ed una guancia solcata da una lacrima, immaginatelo e vedrete me. 
"Era la mia chiesa, la mia scuola, la mia casa: era il mio posto sicuro, il mio santuario. Io amo stare qui. Mi correggo ... Amavo stare qui ..."



-Emanuele.

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6 commenti

  1. Emanuele... io quel bimbo non devo immaginarlo... l'ho conosciuto e la sua sensibilità mi è rimasta nel cuore,quanto i suoi meravigliosi occhi profondi... ti ammiro per il tuo coraggio e ti faccio un grandissimo in bocca al lupo, augurandoti di vivere una vita bella come i tuoi sogni... ti voglio bene e ti porto sempre nel cuore, insieme a tutti i miei meravigliosi"bimbi"... un abbraccio e buona vita. La tua maestra Tania...

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    1. Maestraaaaa, grazie mille!!! 😍😍😍❤❤
      Un grande abbraccio anche a lei!❤

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  2. Speravo di no, ma già mi manchi
    Ti voglio bene

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  3. Piccolo orgoglio, la tua determinazione fa invidia al mondo♥️ C

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