8 di mattina, suona la campanella, le scale colme e gli abbracci in classe, le corse ai banchi e gli zaini che volano, io non ero lì.
13 giorni fa, invece di lanciare lo zaino e sedermi all'ultimo posto vicino al mio migliore amico, ero dall'altra parte del mondo, seduto sul letto, a fissare il vuoto.
26 Settembre 2017 -> Frustration
Prima di partire non sapevo minimamente cosa significasse scoppiare a piangere da un momento all'altro senza un valido motivo, non sapevo cosa significasse tornare a casa e non trovare i miei genitori ad aspettarmi, non immaginavo minimamente a cosa andassi incontro.
Mi sono svegliato già sapendo che questa giornata non sarebbe finita bene, che sarebbe stata diversa.
Quarantottesimo giorno negli stati uniti ed ho avuto solo due crolli emotivi, oggi quello più grande.
Cosa significa avere intorno persone che ti parlano ma che non riesci a sentire perché il silenzio che senti dentro di te copre le loro voci? Cosa significa guardare il vuoto e chiudere gli occhi, cercando di non piangere perché sei seduto nel bel mezzo della classe? Non lo sapevo due mesi fa, non lo sapevo un mese fa, lo so ora.
Mr. Seal spiegava la classificazione della società secondo Lenski durante l'ora di sociologia ed io piangevo, seduto all'ultimo banco, cercando di continuare a scrivere, inutilmente, dato gli occhi pieni di lacrime. Nessuno se ne è accorto.
Ci sono momenti in cui inizio a sentire la mancanza di casa sempre di più ma poi, pensando ad altro, me ne dimentico, ci sono momenti invece, quando sono solo, dove crollo e posso rimanere a fissare il vuoto anche per ore.
Mi manca ogni singola cosa, ogni singola persona, ogni singolo momento, ma sapete cosa mi manca di più? Gli abbracci.
Gli americani non sanno abbracciare e anche se ci provano riescono ad essere freddi anche in un gesto così tenero. Mi hanno abbracciato, ma non sono stato nemmeno toccato, sono abbracci finti, senza storia e senza calore.
Mi mancano gli abbracci, quelli che ti tolgono il respiro e che durano anche un minuto, quelli dove parli all'orecchio della persona che stai abbracciando, quelli dove senti qualcuno che tiene a te, vicino.
Mi manca abbracciare i miei genitori, mia sorella, i miei nonni, gli zii e i cugini, i miei migliori amici e i miei compagni di classe, mi manca essere stretto tra le braccia di qualcuno e sentirmi a casa, mi manca scoppiare a ridere durante gli abbracci spontanei dopo aver fatto qualche cazzata con le mie migliori amiche, mi manca prendere tra le mani la faccia di mia nonna e baciarla sulla fronte prima di andare via, mi manca abbracciare nonno quando lo incontro e mi manca passare davanti alla porta della casa dove viveva nonna prima che mi lasciasse. Mi manca tutto questo e a 8000 km di distanza non posso fare nulla, se non pensare che riavrò un abbraccio, uno di quelli veri, solo tra 9 mesi.
48 giorni qui e nessuno mi ha mai abbracciato.
48 giorni qui e nessuno mi ha mai baciato sulla guancia la mattina.
48 giorni qui e ci sono momenti in cui, anche in mezzo ad un gruppo di 50 persone, mi sento solo.
"Una cosa che penso tante volte io è che quest'anno è uno e che non si ripeterà, ogni singola cosa che succede qui non si ripeterà, perché saremo cambiati noi, quindi non sarà più lo stesso, saremo in Italia o chissà dove. Abbiamo avuto un'opportunità pazzesca. Godiamoci ogni singolo minuto, che sia bello o meno, siamo coraggiosi, tanto coraggiosi. Siamo soli in un paese che non conosciamo."
Benedetta V., Illinois.
Sto vivendo a pieno ogni singolo secondo di questa esperienza, ne parlo, lo racconto, lo scrivo, lo fotografo, me lo godo.
9 mesi e tutto questo, purtroppo, sarà ormai un ricordo che ho aspettato per più di 5 anni.
Ho 9 mesi per continuare la mia storia, per capire veramente chi sia e per respirare l'atmosfera che mi circonda, anche ora, seduto in cucina.
"Goditi ogni momento che tra 9 mesi ti riabbracciamo"
Italia, mi manchi sempre di più.
-Emanuele ✈